Diverticolo di Meckel

Descritto per la prima volta da Johann Meckel nel 1809 come una diverticolo sul margine antimesenterico del piccolo intestino, deriva embriologicamente dal dotto vitellino di cui rappresenta un residuo (Fig. 1).

Durante la vita uterina questo canale mette in comunicazione l’intestino con il sacco vitellino, passando attraverso l’ombelico (canale onfalo-mesenterico). Durante il terzo mese di gravidanza questo canale si occlude e viene riassorbito nella sua porzione endoaddominale tanto che alla nascita non ve ne è generalmente più traccia. Nel 2% della popolazione questo canale può persistere dopo la nascita, anche solo sotto forma di un cordoncino che unisce l’ultima parte dell’intestino tenue all’ombelico (Foto 1, 2).

Foto 1 – Residuo del dotto onfalomesenterico in un neonato.

Foto 2 – Persistenza del dotto onfalomesenterico in un lattante di 2 mesi

Generalmente resta asintomatico, ma in alcuni casi il diverticolo di Meckel può essere causa di alcune patologie. È lungo circa 5 cm, è situato a circa 60 cm dalla valvola ileo-cecale ed è, come detto precedentemente, è presente nel 2% della popolazione. Può essere mobile o fisso per la presenza di un ligamento fibroso che lo congiunge all’ombelico. Come nella maggior parte dei residui embrionari, il diverticolo di Meckel ha una parete uguale a quella dell’intestino ma può presentare isole ectopiche di altri tessuti dell’apparato digerente. Infatti, nel 20% dei diverticoli sono presenti aree di mucosa gastrica responsabili del 60% circa dei sanguinamenti intestinali.

Epidemiologia
Ha una distribuzione uguale tra i due sessi quando è asintomatico, ma è 3 volte più frequente nei maschi quando è sintomatico. Dal punto di vista clinico è quasi sempre asintomatico e solo nell’ 8-22% è sintomatico con una sintomatologia per lo più legata a complicanze del diverticolo stesso.
Riscontrato comunemente nei bambini con atresia dell’esofago (12%), con malformazioni anorettali (11%) e con onfalocele minore (25%).

Aspetti clinici
Circa il 50% dei diverticoli di Meckel sono asintomatici e vengono scoperti incidentalmente altrimenti possono essere sintomatici e dare manifestazione di se con:
– Sanguinamento – avviene come risultato di una ulcerazione secondaria a mucosa gastrica ectopica (o pancreatica) all’interno del diverticolo. Questo può manifestarsi come sangue digerito (tipo melena) o essere massivo con sangue rosso vivo.

– Occlusione intestinale – da invaginazione intestinale o da volvolo attorno al dotto vitellino attaccato all’ombelico. Si manifesta con vomito biliare, distensione addominale e addome acuto.

– Infiammazione (diverticolite) – quadro clinico simile a quello dell’appendicite ma i segni sono più centrali, periombelicali. È impossibile eseguire una diagnosi differenziale prima dell’intervento tranne che in precedenza non ci sia stata un’appendicectomia.

– Miscellanea – sono stati riportati tumori carcinoidi, leiomiomi, leiomiosarcomi e corpi estranei.

Un lieve o moderato sanguinamento del diverticolo di Meckel può essere causa di anemizzazione. La diagnosi può avvalersi di una indagine nucleare eseguita con tecnezio marcato (Tc-99m-pertecnetato). La scintigrafia ha un’accuratezza del 90% e dipende dalla presenza di mucosa gastrica eterotopica (Fig 2).

Fig. 2 – Scintigrafia con Tc-99m-pertecnetato che dimostra un’area captante in regione mesogastrica suggestiva di diverticolo di Meckel con mucosa gastrica ectopica

Trattamento
È ancora dibattuta la questione se resecare un diverticolo di Meckel asintomatico trovato incidentalmente anche perchè studi recenti non mostrano nessun vantaggio nel rimuoverlo e la possibilità che un diverticolo di Meckel diventi sintomatico durante la vita è del 5%. Un diverticolo di Meckel sintomatico viene asportato con una piccola resezione intestinale distante dalla sua base (Foto 3).

Foto 3 – Diverticolo di Meckel sanguinante. Asportazione insieme all’ansa intestinale a monte ed a valle del diverticolo stesso.

L’intervento chirurgico può essere eseguito sia con tecnica open che con tecnica laparoscopica (Foto 4, 5).

Foto 4 – Aspetto intraoperatorio del caso della foto 2. In questo caso viene eseguita l’asportazione del diverticolo mediante incisione cuneiforme dell’ansa intestinale e la successiva sutura.

Foto 5 – Aspetto dell’ombelico a 3 settimane dall’intervento

È utile ricordare che durante un intervento di appendicectomia con appendice normale va controllata l’eventuale presenza di un diverticolo di Meckel.

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